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Gli anni '60 hanno visto la più importante svolta della musica del secolo 900, almeno la più importante per il tempo presente, dato che la musica rock e pop odierna è una estensione, prosecuzione e, spesso, citazione, della musica nata in quegli anni e poi evoluta verso i territori del jazz e della musica sperimentale negli anni '70.Il primo movimento musicale di rottura degli anni '60 è stato il cosiddetto "beat", che viene impropriamente associato oggi a musiche estive, disimpegnate e ingenue. Allora suonava molto diverso e dirompente alle orecchie di ascoltatori abituati alla melodia e alla forma tradizionale della canzone. Nulla di strano quindi che anche nei testi si tentasse una rottura con la tradizione, in particolare la proposta di temi diversi da quelli tradizionali dell'amore e dell'abbandono. Anche in Italia non sono mancati i tentativi di proporre canzoni di protesta, con tutte le cautele e le timidezze dettate dallo stretto controllo allora imperante sulla cultura e sulla radio-diffusione, e con i dubbi di rito sulla sincerità della proposta o sulla adesione alla moda del momento, tutti elementi che portavano a canzoni nel quale l'elemento di protesta poteva essere ridotto ad un accenno o poco più. (cit.)

 

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Con quasi trent'anni di storia artistica individuale  alle spalle e più maturi interiormente, La Traccia si ricompone e dopo un anno di lavoro propone il  nuovo album Alta marea facendo un rewind alle origini del pop rock degli anni ‘70 , e non solo dal punto di vista dei suoni. Il sogno di rivoluzione e di cambiamento espresso in quegli anni e che aveva come rappresentanti la musica di Marley , di  Dylan , Lennon e altri ,spunta prepotente nei testi del  loro ultimo lavoro e in particolare nel brano che da il titolo all’album , intitolato Alta Marea  .  Il filo conduttore che unisce questi 5 “ragazzi” di Ravenna  (Fabio Fiorni : voce, Claudio Battaglione: chitarre, Laimer Molducci: batteria, Gianluigi Casadio: basso , Samuele Stefanelli : chitarre ) è la voglia di fare musica a 360 °, senza limiti e pregiudizi sonori e culturali, è il desiderio di raccontare alle nuove generazioni ,piene di dubbi ma anche di certezze spesso effimere, la loro esperienza di vita con l’unico fine di infondere un po’ di speranza ed energia per continuare a lottare per i propri ideali. L’album è la fotografia di ciò che negli anni 70 ci circondava, in una cittadina schiacciata tra la nebbia dei campi e i capanni, la valle ,la pineta, la spiaggia con le sue dune e il paradosso politico tra campanili e case del popolo. La traccia riprende un discorso interrotto anni fa , con più consapevolezza e meno autorefenzialità. Scrive ,compone e arrangia con le influenze del beat, del pop ,del rock ,della disco ,del funky  e del rhythm and blues. I temi inseriti nei testi prendono spunto da momenti di vita reale e personale legati all’età della giovinezza ,quando a 16 anni si faceva la visita di leva e a 20 anni si serviva lo stato, quando la cabina telefonica era l’unico contatto con l’altro, quando nella piazza del centro ci si ritrovava come unico spazio sociale ,per non rimanere soli e spesso lasciarsi andare nell’oblio, quando le sale prove non c’erano, ma le cantine o i container si, quando per divertirsi bastava una palla nel cortile o in mezzo alla strada, quando non si aveva paura del vicino e quando il capitale umano era ancora un valore superiore al capitale economico.    

La traccia vuole tornare nelle strade ,ricreare gli spazi d ascolto perduti,  come i cantastorie di una volta intende essere figura di intrattenitore ambulante, i spostandosi di città in città e di piazza in piazza per raccontare una favola, una storia, un fatto, con l’aiuto del canto ,della musica ;

La traccia come i cantastorie , con questo progetto   ricomincia un viaggio attraverso il  peregrinare per l’Italia, vivendo delle offerte degli spettatori e talvolta dei proventi della vendita di foglietti recanti la storia raccontata(CD). I Cantastorie si posizionavano nelle piazze dei paesi o nelle stalle umide e cantavano o raccontavano le loro storie, antiche o attuali, vere o immaginarie, trovate in giro nei loro viaggi o composte per l’occorrenza.

 

Spesso i cantastorie adattavano le loro versioni ad alcuni racconti antichi, o li rinnovavano a seconda del particolare avvenimento; sovente una scelta veniva imposta per il dialetto da utilizzare in base al luogo della narrazione e a causa del diffuso analfabetismo. Incursioni di pirati(delinquenti e politici), miracoli di santi e vite esemplari di devoti (il culto delle religioni tar vincoli e possibilità), eventi catastrofici, clamorose impiccagioni, leggende sacre e racconti profani,  splendide vittorie e ideali  e tristi  sconfitte di personaggi famosi e momenti epici  ogni occasione era buona per i cantastorie per comporre, adattare vecchi canti o tradurre vecchie storie.  La Traccia si trasforma da cantastorie in Cantori di rabbia, altro brano del nuovo album e, come i cantastorie rappresentarono l’unico tramite culturale tra il popolo analfabeta(dormiente) e il mondo epico, politico e culturale, anche i nuovi Cantori ricominciano a tessere quel filo perduto tra vecchie e nuove generazioni ,per recuperare la memoria perduta non solo di guerra (Naia), (come mito della forza e della dominanza) ,ma per denunciare a voce alta i valori dimenticati . La Traccia in questo album e nel prossimo in uscita a dicembre, racconta gesta d’ amore, la fatica e lo sfruttamento del lavoro (Passo cento).

L’intento musicale è un canto sociale sociale che in questo nuovo viaggio vuole rispolverare valori come l’amicizia, il coraggio ,la coerenza la trasparenza e l’onesta’. I cantori della Traccia portano avanti la denuncia e le bravate dei paladini , raccontano delle cruenti imprese dei vari briganti, così cari alla fantasia popolare ad oggi sempre più arroccata dietro ad un telecomando.  Alcuni di noi in questi anni hanno svolto la professione del musicista part time, ma in Romagna il blues si suona in ¾; altri hanno scelto di fare famiglia e lavorare in ufficio o in officina, per poi ritrovarsi dopo un quarto di secolo di  fronte ai propri figli , in attesa di una risposta che li trascini via dall'inconsapevolezza con qualche speranza in più. Per La Traccia la musica diventa un contenitore di valori da trasmettere come il rispetto dei diritti umani ,la pace, il dialogo, la tolleranza e la riduzione dell’emarginazione nelle diverse forme ed espressioni.  

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